L’appuntamento con “Innamòrati di Te” è tornato in presenza, ma con la possibilità di partecipare anche da remoto, a Rivoli per la dodicesima tappa.
Ospitato giovedì 27 ottobre nella sala polivalente del Comune, che ha concesso anche il patrocinio, l’evento itinerante organizzato da Codere Italia continua a mantenere sempre acceso un faro sulla violenza di genere.
Moderate da Imma Romano, Direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia, le relatrici presenti hanno portato la loro testimonianza di vita in ruoli chiave delle forze dell’ordine, della politica, dell’associazionismo e dell’informazione.
Alessandra Dorigo, Assessore Politiche giovanili, Smart city, Formazione Professionale, Senso civico, Politiche energetiche, Pari Opportunità, Associazionismo e volontariato, Servizio transizione al digitale, trasporti e mobilità sostenibile del Comune di Rivoli ha portato l’esempio del grande impegno della cittadina di Rivoli nel contrasto alla violenza sulle donne.
Una sensibilità che ha fatto aprire proprio nella sede del Comune uno sportello antiviolenza, in collaborazione con l'associazione E.M.M.A.Onlus, per sostenere dal punto di vista psicologico, ma anche legale, le donne che hanno bisogno di aiuto. Un punto fondamentale per il territorio che si aggiunge alle altre iniziative che negli anni sono state introdotte, per dialogare con i quartieri, e fare sentire la vicinanza delle istituzioni.
Soprattutto durante la pandemia i casi di violenza sulle donne, soprattutto in famiglia, sono cresciuti. Un trend che non è stato invertito.
Secondo gli ultimi dati della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, nel periodo 1 gennaio – 24 ottobre 2022, in Italia sono stati registrati 235 omicidi, con 89 vittime donne, di cui 77 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 46 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. In Piemonte gli omicidi volontari commessi nel periodo 1 gennaio – 14 giugno 2022 sono 7, con 5 vittime donne; in 3 casi i responsabili sono partner/ex partner.
Manuela Enrici, Comandante della Polizia Locale di Rivoli ha raccontato la sua quotidianità di donna con la divisa, con momenti critici, diffidenze da parte dei colleghi uomini, ma sempre sottolineando l’importanza del confronto di pensiero e l’integrazione delle attività in base ai ruoli e alle peculiarità che rendono unico ognuno di noi. Anni di servizio a volte difficili, con una divisa che funge da corazza e che in un certo senso mette al riparo una donna. Ma la donna porta anche una sensibilità indispensabile per alcuni interventi, come quelle con i bambini dove la divisa è importante perché si esegue l’ordine del tribunale, ma c’è anche un’altra faccia della medaglia ed è lì che spesso si ha bisogno di più delicatezza, maggiore comprensione. Altre volte invece si richiede la prestanza fisica, come in occasione di sgomberi, e allora è meglio far intervenire un uomo. Ogni caratteristica è comunque indispensabile per svolgere un buon lavoro.
Altra testimonianza di donna con la divisa che ricopre un ruolo di rilievo all’interno delle forze dell’ordine è stata portata da Maria Gabriella Annaccarato, Commissaria Capo della Polizia di Stato a Madonna di Campagna, un quartiere di Torino.
Avendo lavorato in passato anche a Rivoli, è riuscita a fare un interessante confronto tra i diversi utenti. Da una parte donne consapevoli, istruite che arrivavano in commissariato su appuntamento. Dall’altra, in uno dei quartieri più popolari di Torino, nessun accesso da parte degli utenti e violenze sommerse che emergono solo grazie agli interventi delle volanti. Donne diverse per cultura e che fanno difficoltà a capire il disvalore di alcuni gesti e fatti quotidiani.
Questo confronto chiarisce come la violenza sia un fenomeno complesso e trasversale, che riguarda ogni area sociale. Proprio per tali ragioni la Questura di Torino, nell’ambito della campagna della Polizia di Stato “Questo non è amore”, mira a raggiungere tutti i cittadini, anche attraverso incontri nelle piazze, per informarli sugli strumenti a disposizione per uscire dal ciclo della violenza.
Purtroppo, le statistiche ci raccontano numeri impressionanti relativi al femminicidio anche in molti altri Paesi europei. Collegata da remoto, Angela Rossi, scrittrice e giornalista che vive e lavora a Monaco di Baviera, ha denunciato un dato sorprendente: in Germania nel 2018 sono state uccise 122 donne nel totale silenzio di tutti i media.
La stampa si occupa di questi eventi solo quando vengono compiuti per mano di cittadini extracomunitari. La Germania si trova al sesto posto tra quelli dell’Unione Europea, per numero di donne uccise, superata solo da Lettonia, Lituania, Ungheria, Estonia e Cipro. Non va meglio dal punto di vista normativo: il femminicidio – termine che in Germania, su indicazione del Governo, è meglio non usare - è considerato un omicidio preterintenzionale, con pene da 12 mesi a 10 anni. Scarsissime anche le strutture di accoglienza: a fronte di una richiesta di circa 20.000 solo 200 donne trovano posto.
In una situazione come questa è fondamentale fare rete, per massimizzare l’impegno e non lasciare sole le persone che subiscono violenza. Sul territorio operano associazioni di riferimento che a vario modo portano aiuto alle vittime.
Dell’esperienza dei centri antiviolenza E.M.M.A. Onlus ha parlato Anna Maria Zucca, la presidente, facendo riferimento anche alle azioni che hanno messo in campo in collaborazione con le forze dell’ordine e con la politica. In particolare, con il comune di Torino è stato avviato un progetto che a novembre vedrà la nascita del Centro S.O.S.- Sostegno Orfani Speciali e che si propone di dare aiuto e sostengo agli orfani e alle orfane e alle loro famiglie affidatarie. Un aspetto di cui spesso non si tiene conto quando si parla di violenza sulle donne, ma che purtroppo ha dei numeri drammatici.
Un passo fondamentale nella lotta alla violenza di genere è quello di abbattere il muro della discriminazione, attribuendo le stesse opportunità a uomini e a donne. Questo è anche uno dei temi del pamphlet presentato da Isa Maggi, coordinatrice nazionale degli Stati Generali delle Donne-Alleanza delle Donne Fondazione Gaia che parte proprio dalla prefazione della Convenzione di Istanbul, ossia il trattato internazionale dell’UE che affronta la violenza contro le donne e la violenza domestica, stabilendo il riconoscimento della donna in quanto donna e i suoi diritti umani. Un testo che verrà distribuito a tutti gli ordini professionali e ai presidenti dei tribunali, per partire da un punto fermo per il vero riconoscimento della parità di genere. Porre fine a ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti di donne e ragazze è tra gli obiettivi anche dell’Agenda 2030.
Dopo Rivoli, “Innamòrati di Te” continuerà a girare l’Italia per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone su queste tematiche con incontri sempre gratuiti e aperti al pubblico.
Fino al 26 novembre nelle Gaming Hall Codere di Rivoli, Parma e Mortara sarà presente la vendita delle mini #panchinerosse, simbolo della lotta alla violenza sulle donne.
Si potranno acquistare, al costo di €5, e contribuire così al sostegno delle attività della Fondazione “Villa Gaia” di Pavia.