È nato soltanto nel 1988 per tutelare l’immenso patrimonio artistico e paesaggistico di un’area di 4.580 ettari a sud di Roma che custodisce una delle più antiche vie del mondo.
L’Appia antica nacque nel 312 a.C. prendendo il nome del console Appio Claudio, per collegare Roma alla Campania e successivamente fu prolungata sino alla lontana Brindisi. Per larghi tratti la via mantiene ancora la tipica pavimentazione realizzata con grandi pietre levigate e perfettamente combacianti. Il Parco è un’oasi per le passeggiate e per lo sport. Tra le bellezze del patrimonio archeologico, troviamo la Porta San Sebastiano e le Mura Aureliane, che segnano l’accesso al Parco provenendo dalle Terme di Caracalla.
Ma anche l’area del Circo e del Palazzo imperiale di Massenzio, il grande mausoleo rotondo di Cecilia Metella, le catacombe di S. Callisto, di Domitilla, di S. Sebastiano, e di Pretestato.
Tra le chiese spicca Santa Maria in Palmis, conosciuta da tutti con il nome del Quo vadis. Una menzione a parte per i tumuli degli Orazi e Curiazi. Il nome deriva dalla legenda secondo cui, al tempo del re Tullio Ostilio, Roma entrò in conflitto con Alba Longa e gli eserciti si incontrarono proprio dove ora sorgono queste collinette e dove allora era il confine tra i due stati marcato da un fossato (le Fossae Cluiliae).
Per evitare il massacro tra popoli, si decise una sfida a duello tra tre romani e tre albani: i fratelli Orazi e Curiazi. Solo uno di loro (un Orazio) sopravvisse dando la vittoria a Roma. Già dall’antichità si è creduto che i tumuli circolari al lato della Via Appia fossero le tombe di questi famosi personaggi, ma ormai gli archeologi sono concordi su una cronologia che smentisce la tradizione.