“Ringrazio Codere per aver organizzato un appuntamento come questo, sempre ben accetto in una comunità che si pone il problema della violenza di genere. Quando parliamo di violenza sulle donne non dobbiamo fermarci solo ad eventi eclatanti come il femminicidio. Sono violenze perpetrate ogni giorno in ambiti vicini a noi: in famiglia, nei luoghi di lavoro, in situazioni di amicizia. Non è quindi un problema che dobbiamo avvertire come distante. Ognuno di noi può giocare un ruolo attivo e quando facciamo finta di non vedere contribuiamo a far dilagare questo spregevole sentimento.
Con queste parole Paolo Perrone, Sindaco di Lecce è intervenuto all’evento “Innamòrati di Te” organizzato il 7 marzo scorso a Lecce presso le Officine Cantelmo.
All’incontro, organizzato da Codere Italia e moderato dalla giornalista di La7 Cecilia Leo, ha partecipato anche Valeria Pastorelli, Vice Prefetto aggiunto-Prefettura di Lecce: “L’8 marzo è una giornata che ricorda le conquiste sociali ed economiche che hanno fatto le donne in questi anni. Ma anche un momento di profonda riflessione sulle discriminazioni e le violenze di cui sono oggetto le donne. Contrastare la violenza è proprio il compito primario di ogni società, e la scuola deve essere in prima fila. Un paese che discrimina le donne è un paese meno coraggioso”.
La partecipazione delle istituzioni al primo appuntamento del 2017 del progetto itinerante “Innamòrati di Te” è stata accompagnata dalla presenza al tavolo dei relatori di rappresentanti di associazioni territoriali, avvocati, medici e psicoterapeutici. In sala erano inoltre presenti giornalisti e cittadini comuni interessati all’argomento, proprio alla vigilia della festa della donna.
Purtroppo i dati della Puglia fotografano una regione con un incremento dei casi di violenza contro le donne, sia per quanto riguarda le discriminazioni, le violenze domestiche e sessuali, sia per i casi più estremi di femminicidio. Nell’ultimo anno il femminicidio ha avuto un incremento del 46%: dai 6 casi del 2015 si è passati agli 11 del 2016, cui si aggiungono 21 episodi (con un incremento del 50% rispetto all’anno precedente) di tentato femminicidio. (Dati ricerca Istituto Demoskopika).
Al contrario di quanto si possa pensare, le violenze non si consumano solo in ambienti caratterizzati da condizioni economico-sociali degradate, ma anche in situazioni di ricchezza e benessere. Un comune denominatore che si riflette anche sull’atteggiamento che accompagna la donna-vittima quando viene aiutata.
Maurizio Scardia, Medico Anestesia e Rianimazione, Direttore DEU 118, Asl Lecce ha spiegato che spesso il primo ad affrontare un evento in cui viene soccorsa la vittima di una violenza di genere è il soccorritore del 118, che si trova di fronte una persona in atteggiamento difensivo, e con una grande paura del contatto.
Grazie all’Osservatorio In QuantoDonna sono stati evidenziati anche i 18 casi di femminicidio avvenuti in Puglia negli ultimi anni. Ricordiamo: Anna Costanzo, la costumista del Teatro dell’Opera di Bari, uccisa dall’ex che si era intrufolato in casa di nascosto; Anna Maria Curci, 50 anni, uccisa dall’amante perché era rimasta incinta; Ilaria Pagliarulo, 20 anni, uccisa dal convivente con un colpo di pistola e lasciata morire dissanguata; Santa Scorsese, uccisa dal ragazzo che la molestava da anni e Maria Pia Labianca, studentessa universitaria, uccisa dal fidanzato ed abbandonata in un casolare nella provincia di Bari. Nella provincia di Lecce, il caso di Rita Paola Marzo, parrucchiera di 41 anni e mamma, uccisa con un colpo di pistola nel 2015 dal marito da cui si stava separando. Un altro caso di questa terra è stato quello di Carmela Cirella, una ragazzina di 13 anni che fu rapita, drogata e violentata da cinque uomini. Dopo averli denunciati, da vittima Carmela divenne bersaglio di commenti e giudizi addirittura da parte del giudice, che la offese durante il processo e la ritenne colpevole dell’accaduto, senza procedere ad alcun accertamento. Dopo questa udienza, la ragazzina si è suicidata gettandosi dal settimo piano di un palazzo.
L’intervento di Maria Antonietta Labianca, Avvocato penalista e Vice Presidente A.D.G.I. Associazione Donne Giuriste Italia ha sottolineato come oggi vada parecchio di moda, soprattutto tra i media, utilizzare il termine femminicidio. Si fa ricorso a questa espressione per descrivere la dolosa uccisione di donne per mano di persone di sesso maschile e, fin troppo spesso, per ragioni sentimentali.
Il quadro complessivo della Puglia è purtroppo quello di una realtà in cui le donne sono ancora relegate al ruolo domestico, spesso assoggettate alla figura maschile e dunque più facili vittime di violenze da cui faticano ad uscire.
Antonella Pappadà, Avvocato civilista, Comitato Pari Opportunità Ordine Avvocati di Lecce, Socia di A.D.U. (Associazione Avvocati per i diritti Umani) ha sostenuto di essere profondamente convinta che per arginare il fenomeno della violenza di genere sia necessario incidere sulla cultura della società, proprio attraverso la formazione delle generazioni future a partire dalla giovane età con lo scopo di indurre i concetti di uguaglianza e di non discriminazione.
Grazie anche al contributo delle attività di decine di associazioni sul territorio, le iniziative portate avanti dalle amministrazioni locali riescono ad aiutare e tutelare molte donne in difficoltà. Dal 1974, ad esempio, opera a Lecce l’associazione Soroptimist Lecce. Carmela Scippa Stefanizzo ha raccontato come, grazie ad un gruppo di signore che si sono riconosciute nei valori dell’associazione non profit Soroptimist nazionale, siano riuscite a portare avanti il progetto “Una stanza tutta per sé”. Un luogo sereno ed accogliente nel quale le donne vittime di abusi e violenze possono raccontare la loro storia, con tranquillità e senza paura. In Italia sono state realizzate circa 50 stanze per l’ascolto. A Lecce a dicembre 2016 è stata inaugurata “Una stanza tutta per sé” presso la Caserma dei Carabinieri
I centri antiviolenza attivi in Puglia sono ad oggi solo 24. A Lecce e provincia ne risultano 5, di cui 3 privati e 2 pubblici.
L’intervento di Paola Gabrieli, Assistente Sociale e coordinatrice centro antiviolenza Cav Malala ha evidenziato l’importanza che riveste per la Regione Puglia il contrasto e la prevenzione della violenza sulle donne e i minori. Una priorità su cui intervenire con politiche ad hoc, perché la violenza di genere, e tutte le forme di molestie e di sfruttamento sessuali, incluse quelle che risultano dal pregiudizio culturale e dal traffico internazionale, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana, e perciò devono essere eliminate. Secondo la Gabrieli la prima causa della violenza maschile sulle donne, che non è solo fisica ma anche psicologica ed economica, sta nella discriminazione che le donne subiscono a causa della cultura patriarcale dominante.
Come da tradizione, l’incontro si è chiuso con l’intervento di un istruttore di Krav Maga. In particolare Fernando Colaci, Istruttore di Protezione e Difesa Personale di Krav Maga ha illustrato come con tecniche semplici ed efficaci, che ben si coniugano a tutti i praticanti a prescindere dal sesso e dall’età, si possa accrescere la sicurezza interiore e la propria autostima. L’acquisizione di una sicurezza interiore ed esteriore rende consapevoli dei pericoli che la vita quotidiana potrebbe presentare, misurandoci con la giusta paura per essere consci di cosa non fare e fare nelle aggressioni o molestie.
Dopo Lecce, il progetto itinerante “Innamórati di Te” arriverà anche nelle altre città dove Codere opera.
Tutti gli incontri sono aperti al pubblico.