L’ottavo appuntamento del concept di Codere Italia “Innamòrati di Te” si è svolto a Roma, ospitato nella Casa Internazionale delle Donne di Via della Lungara, luogo simbolo della lotta femminista del nostro Paese.
L’evento è stato dedicato alla Carta dei Diritti della Bambina e l’importanza dell’educazione. Moderato dalla giornalista
Cecilia Leo, l’incontro ha approfondito il tema della violenza di genere, in particolare quella perpetrata ai danni delle più giovani. In Italia le violenze sessuali, le cui vittime sono per l’84% femmine, sono aumentate del 18% rispetto al 2016. Il reato che registra il maggior numero di vittime tra i minori è il maltrattamento in famiglia: 1.723 bambini in un solo anno (dati ultimo dossier Indifesa 2018 di Terre des Hommes). Ogni anno, solo in Africa, circa tre milioni di ragazze e bambine sono a rischio di essere vittima di mutilazioni genitali femminili (dati report “Il diritto di essere bambine” dell’OMS-Organizzazione mondiale della sanità). Una pratica che si concentra soprattutto in molti paesi africani e in Medio Oriente, ma che non esclude l’Europa. In Italia si stima che le donne e ragazze immigrate che hanno subito la mutilazione dei genitali siano tra le 61.000 e le 80.000, mentre circa 20.000 sarebbero quelle a rischio nei prossimi anni.
Bettina Giordani, Presidente Sezione Roma FIDAPA BPW Italy 2017-2019, nel suo intervento ha sottolineato come nascere donna non dovrebbe precludere a nessuna di poter diventare la persona che desidera essere. Per fare ciò, è necessario che famiglia, scuola e comunità si assumano la responsabilità di fornire tutti gli strumenti affinché la bambina possa crescere nella piena consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri, perché non ci sono ruoli da femmina o da maschio. Il punto è valorizzare le proprie capacità e potenzialità. Di parità di genere ha parlato anche
Maria Antonietta Labianca, avvocato penalista e Vice Presidente A.D.G.I. Associazione Donne Giuriste Italia spiegando che esistono molte iniziative per predisporre protocolli di intesa per l'educazione alla parità di genere e per innalzare l’attenzione al contrasto della violenza sulle donne fin dalla nascita. Su questi capisaldi, 300 comuni italiani hanno approvato l’adozione della “Carta dei Diritti della Bambina”, ispirata alla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, che integra la stessa convenzione internazionale, distinguendo bambini e bambine in termini di caratteristiche e bisogni, avendo riguardo delle diverse connotazioni fisiche ed emozionali.
La Carta dei Diritti della Bambina è stata presentata e approvata nel 1997 a Reykjavik in occasione del Congresso della BPW-Business & Professional Women Europa e il suo obiettivo è quello di eliminare la discriminazione e attribuire alla bambina, fin dalla nascita, le stesse opportunità dei loro coetanei maschi. Si tratta di nove articoli per affermare che: ogni bambina ha il diritto di essere sé stessa e di essere felice sempre; deve essere protetta e trattata con giustizia dalla famiglia, dalla scuola, dai servizi sociali, sanitari e della comunità; deve essere tutelata da ogni forma di violenza fisica e psicologica. Un approccio medico-scientifico è stato proposto da
Federica Lattanzi, sociologa, consulente familiare ed educatrice per il Comune di Roma che ha illustrato come le neuroscienze dimostrino che nei primi tre anni di vita si formino tutte quelle mappe cognitive ed emotive, specifiche della personalità ed unicità di ognuno. Per questo motivo è fondamentale rinforzare e allenare l’intelligenza emotiva sin dalla primissima infanzia per creare una base affettiva e cognitiva solida. L’intelligenza emotiva è intesa come la capacità di riconoscere, nominare, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle altrui. Le persone con una buona intelligenza emotiva sono infatti in media più felici, meno soggette a depressione e ansia. In ambito sociale offre un vantaggio nelle relazioni e fornisce strumenti utili per l’autoconsapevolezza, l’autocontrollo e l’empatia.
Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, delle 123 donne uccise nel 2017, l’80,5% è stata uccisa da una persona conosciuta. In particolare, nel 43,9% dei casi dal partner attuale o dal precedente, nel 28,5% dei casi da un familiare e nell’8,1% dei casi da un’altra persona che conosceva.
L’Osservatorio In Quanto Donna evidenzia almeno 25 casi di femminicidio avvenuti in Italia nei primi 5 mesi del 2019. Eventi tragici che si sono consumati lungo tutto il territorio nazionale: dalla Lombardia alla Calabria, interessando anche Piemonte, Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Campania e le due isole principali Sicilia e Sardegna. Un fenomeno drammatico di cui spesso si ha notizia solo nella fase più tragica.
Nell’ottica di trovare delle possibili azioni di contrasto, da mettere in atto nella quotidianità, risultano di fondamentale importanza i modelli educativi adottati in ambito familiare. A portare un esempio di vita vissuta è intervenuta
Mara Celani, architetto, fotografa e madre di 5 figli che ha raccontato di avere sperimentato personalmente come per un’equilibrata educazione dei figli e delle figlie sia necessario coltivare fin dall’inizio il rapporto di fiducia, alleanza e complicità nella coppia dei genitori. A questo si aggiunge l’esempio dato nel conciliare il lavoro professionale con la vita di famiglia: un atteggiamento che ha influito sulla stima che le figlie hanno di sé stesse e verso le loro opportunità nel mondo del lavoro. Ha chiuso l’incontro l’intervento di
Imma Romano, Direttore Relazioni Istituzionali di Codere Italia che ha ribadito l’importanza di tenere sempre alta la guardia su questi argomenti, aggiungendo che il focus di quest’anno sui diritti, spesso negati, delle bambine e, indirettamente, anche dei bambini è proprio perché educare correttamente, nel rispetto del simile come del diverso, sin da piccoli vuol dire evitare molte violenze in età adulta.
Dopo Roma, “Innamòrati di Te” continuerà a girare l’Italia per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone su queste tematiche. Prossima tappa Bari.
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