Paestum nel Cilento, a circa 40 km da Salerno, è uno dei siti archeologici della Magna Grecia meglio conservati.
L’antico nome era Poseidonia ossia la città dedicata a Poseidone, dio del mare.
Con i Romani diventa Paestum e continua ad avere una grande importanza lungo la via dei traffici. Dal I secolo d.C. invece viene messa da parte: la via Pompilia la taglia fuori dalla rotta del commercio portando con sé l’inesorabile declino. Durante il 1700 è meta dei giovani borghesi del Grand Tour mentre in tempi più recenti, fino agli anni ’70, ospita pecore al pascolo.
L’area archeologica, ben delimitata dalle mura di cinta greche e poi lucane, racchiude tre templi: Atena, Hera e Nettuno. Quest’ultimo è il più grande e meglio conservato, essendo anche il più “giovane”, costruito solo nel 460 a.C.
Oltre ai templi, l’antica Paestum conserva ancora le fondamenta delle abitazioni, e sono ben riconoscibili il Cardo e il Decumano (le antiche vie più importanti della città), il foro e la piscina. Nell’area è sorto anche un museo archeologico dove sono esposti i tanti reperti ritrovati, tra i quali la tomba del Tuffatore.
Si tratta di una tomba completamente affrescata all’interno, probabilmente del periodo lucano.
Negli anni ’60, gli archeologici hanno rinvenuto anche il cosiddetto “miele di Paestum” all’interno di un’anfora ipogea: un prodotto delle api di 2600 anni fa!
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