La storia dell’ippica si è sviluppata in Inghilterra nel corso del XVII-XVIII secolo, dove sono state elaborate le regole dei diversi tipi di gara e dove è stata selezionata la famosa razza dei purosangue inglese.
In Italia la prima riunione regolare di corse al galoppo avviene nel 1827 a Firenze (Corsa dell’Arno). Solo dopo l’Unità si poté parlare di ippica in Italia. Nel 1881 fu istituito il Jockey Club, massima autorità a carattere nazionale; nel 1884, a Roma, si disputò il primo derby.
Alla fine del 19° secolo i record di maggior rilievo appartenevano a trottatori italiani. Nel 1855 a Torino viene fondato il primo periodico dedicato all’ippica, il “Giornale della Società Nazionale delle Corse”, e cinque anni più tardi si corre il primo Derby d’Italia.
Tra i migliori trottatori italiani si ricordano: Mistero, Tornese, Crevalcore e Delfo. Nei primi anni 2000 assoluto dominatore in campo internazionale è stato Varenne.
L'ippica è suddivisa in trotto (trotto tradizionale, trotto montato e pariglie) e galoppo (corse in piano e corse a ostacoli).
Nelle corse al galoppo si utilizza un cavallo purosangue (prevalentemente il purosangue inglese), che viene montato dal fantino. Mentre nel trotto si utilizza il cavallo trottatore, il cui guidatore siede su di un piccolo calesse a 2 ruote.
L'allevamento di questi cavalli atleti richiede grande dedizione e passione
Attualmente l’ippica italiana è governata dal Ministero per le Politiche agricole e forestali, che ha assorbito l’Unire (ridenominata Assi, Agenzia per sviluppo del settore ippico) che gestisce il patrimonio ippico italiano.
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