Aprile, maggio e giugno sono i mesi in cui sulle tavole arrivano gli asparagi.
Il nome deriva dal greco asparagòs, cioè gambo, mentre le origini arrivano fino agli antichi popoli della Mesopotamia. Già nell’Antico Egitto veniva usato per le sue proprietà terapeutiche, soprattutto nella cura dei calcoli renali, grazie alla vitamina C, sali minerali, carotenoidi, tannini e arginina. In Italia era conosciuto anche dagli antichi Romani che ne apprezzavano il gusto.
Esistono diverse varietà di questo ortaggio: verdi, bianchi o viola (come il famoso violetto d’Albenga). Il sapore è molto delicato e nei secoli ha trovato grandi estimatori. Uno dei più noti è lo statista tedesco Otto von Bismark, tanto che la cottura alla Bismark, cioè con l’uovo, è utilizzata ancora oggi.
Al momento dell’acquisto bisogna fare bene attenzione che il gambo sia dritto, le punte chiuse e il colore uniforme. È preferibile consumarlo subito e se ne sconsiglia la congelazione. Per gustarli c’è solo l’imbarazzo della scelta: in agro, alla parmigiana (con burro e parmigiano), alla Bismark oppure in una minestra.
I pochi zuccheri, associati a zero grassi e poche proteine, fanno dell’asparago una grande alleato nelle diete ipocaloriche (29 calorie per 100 grammi). Favoriscono inoltre le attività diuretiche e di protezione nei confronti di cuore e fegato.