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IL GIOCO È VIETATO AI MINORI DI ANNI 18. GIOCARE PUÒ CAUSARE DIPENDENZA PATOLOGICA. Consulta le probabilità di vincita sul sito www.adm.gov.it
Importanti ricerche archeologiche hanno stabilito che i giochi con la damiera (tavola) e le pedine erano già praticati molti secoli prima dell’era cristiana. Già ai tempi dei faraoni nell’antico Egitto ci si dilettava con giochi da tavolo del tutto simili alla dama moderna. La conferma si ha osservando le immagini contenute nei papiri che ritraggono spesso dei giocatori. La scacchiera più antica mai rinvenuta risale al periodo predinastico, circa 5000 a.C.. Si tratta di una damiera 3x6 con pedine rotonde.
Le similitudini però finiscono qua: il gioco in realtà era tutt’altro. In molti attribuiscono l’invenzione del gioco della Dama all’antica Grecia. La “cubea” e la “petteia” avevano regole molto simili alla Dama dei nostri giorni.
Anche nella Roma imperiale esisteva qualcosa di simile e si chiamava “ludis latruncolorum” (gioco delle padrone/signore). È solo a metà del 1500 che il gioco inizia a essere codificato con le regole che conosciamo. Per quanto riguarda l’origine del termine, probabilmente deriva dal latino “domina” (la cui radice dom indica il dominare, sottomettere) ovvero il pezzo sovrano.
Nel 1947 nasce la Federazione Internazionale Gioco Dama con l’obiettivo di uniformare le regole del gioco che prevede anche l’uso di una Dama Internazionale o polacca. Le caratteristiche che accomunano tutti i tipi di dama sono che si gioca in due, ogni giocatore muove le proprie pedine (bianche o nere) su una damiera che conta 64 caselle (ma possono anche essere 100 o 144) metà chiare e metà scure. È consentito lo scavalcamento (mangiare) dei pezzi avversari.
Vince chi elimina tutte le pedine dell’altro giocatore.