Il
Castello di Gropparello è una fortificazione medievale nella Val Vezzeno in provincia di Piacenza.
Immerso nel paesaggio dell’Appennino tosco-emiliano il maniero, cinto con merlatura guelfa, è difeso da torri, quella d’ingresso con ponte levatoio e il poderoso mastio centrale. E’ un magnifico esempio dell'arte della fortificazione.
Fino al XIX secolo il castello era conosciuto come rocca di Cagnano.
Il più antico documento finora conosciuto su Gropparello risale all’810: è l’atto con cui l'Imperatore Carlo Magno concede il luogo in feudo all’allora Vescovo di Piacenza Giuliano II. All’epoca delle lotte tra Guelfi e Ghibellini il maniero è in mano alla parte guelfa e venne in diverse occasioni attaccato dalle forze ghibelline. Dal 1300 passa in mano a diverse famiglie e nel 1848, con la morte di Gaetano Anguissola, si estingue il ramo dell’ultima famiglia e il castello vive un periodo di grande decadenza per poi essere acquistato nel 1869 dal Conte Ludovico Marazzani Visconti Terzi che provvede a un completo restauro. Nel Novecento passa in mano a vari proprietari e viene acquistato nel 1974 dall’attuale Famiglia Gibelli promuovendo numerose iniziative culturali e artistiche.
Nel Castello di Gropparello spiccano la Sala del Camino e la Camera dell'Alcova con al centro lo stemma degli Anguissola di Gropparello, oltre alla collezione di importanti e antichi strumenti musicali.
All'interno del parco è presente il Parco delle Fiabe, Primo Parco Emotivo d’Italia, che evoca la magica atmosfera medievale di cavalieri, fate, elfi e streghe e il Museo della Rosa Nascente con 108 varietà di rose per un totale di 1350 piante.
Come tutti i castelli che si rispettano, anche Gropparello custodisce leggende e misteri. Secondo la leggenda aleggia il fantasma dell'infelice Rosania Fulgosio, vissuta nel 1200, che sarebbe stata murata viva dal marito Pietrone da Cagnano per averlo tradito durante una sua assenza dal castello.
La fanciulla muore in questo modo orribile, ed il suo spirito rimane legato al luogo della sua infelice esistenza, manifestandosi in certe notti con lamenti e gemiti.
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