19/06/2024 Si chiamano Bandiere Mondiali del Risanamento delle Nazioni Unite e rientrano nell’ambito delle iniziative del Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi.
Tra India e Nepal le comunità locali e il governo hanno collaborato per proteggere e ripristinare 66.800 ettari di foresta.
Vaste aree di foreste degradate sono state ripristinate in Libano, Marocco, Tunisia e Turchia dal 2017. In Etiopia, Ghana, Kenya, Mali, Niger, Ruanda, Senegal e Somalia si è lavorato sulla desertificazione con un progetto che prevede entro il 2030 il ripristino di 5 milioni di ettari, incrementando la biodiversità e sostenendo le comunità locali.
In Sri Lanka c’è stata una massiccia iniziativa per aumentare di oltre il 50% la copertura di mangrovie in tutto il paese. In Pakistan gli sforzi delle comunità locali e dei gruppi della società per proteggere e ripristinare il bacino dell'Indo, in rapido degrado, stanno dando risultati. In Mali, Senegal, Tanzania, Uganda e Kenya si lavora per combattere il degrado del suolo, la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico, facendo formazione sulla tecnica agroforestale rigenerativa.
In Argentina, Bolivia, Cile, Ecuador e Perù entro il 2045 si prevede la messa in sicurezza di un’area forestale di un milione di ettari. Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama sono invece impegnati nel ripristino di interi paesaggi attraverso la costruzione e la condivisione di risorse e conoscenze climaticamente intelligenti. Le isole Vanatu, Comore e Santa Lucia rischiano di scomparire a causa dell’innalzamento delle acque dovuto ai cambiamenti climatici e si sta quindi cercando di ripristinare interi ecosistemi. In Repubblica democratica del Congo, Kirghizistan, Ruanda, Serbia e Uganda si lavora per recuperare degli ecosistemi montani a rischio per lo scioglimento dei ghiacciai e l’erosione. Un grande sforzo lo si sta facendo per ripristinare il fiume più sacro dell'India, il Gange, ancora di salvezza economica per oltre 500 milioni di persone e habitat ideale di innumerevoli specie.
Per affrontare gli impatti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità, i Paesi della regione africana del Sahel (Burkina Faso, Gibuti, Eritrea, Etiopia, Mali, Mauritania, Niger, Senegal, Sudan e Chad) stanno costruendo un muro di foreste e terreni ripristinati.
Una sorta di Grande Muraglia Verde. In Cina l’obiettivo è ripristinare 10 milioni di ettari di spazi naturali, tra cui foreste, praterie e corsi d'acqua. Salvare la saiga, l’antilope delle steppe, è la parola d’ordine in Kazakistan.
Tra i più ambiziosi progetti ambientali del mondo c’è quello che a far crescere più alberi autoctoni in una vastissima area tra l’Argentina Brasile e Paraguay. Infine, ad Abu Dhabi si sta cercando di proteggere gli ecosistemi costieri dal riscaldamento globale e dal rapido sviluppo delle coste in quello che è già uno dei mari più caldi del mondo.